Navigando da casa, sull'Atlante delle Isole Remote...

Pubblicato il 12/29/2014



Sono sempre stata affascinata dalle isole. 
Mi sembrano incarnare la quintessenza del viaggio e in fondo, se ci pensate bene, anche la cosiddetta "terraferma " è costituita da enormi isole galleggianti negli oceani.
Per questo, non potevo lasciarmi sfuggire il bellissimo "Atlante delle isole remote " di Judith Skalansky.
Più volte ho sognato il mio prossimo viaggio sulla carta geografica, prima di farlo, sentendo un tuffo al cuore quando trovavo l'isola reietta, impervia e difficile da raggiungere.



Se poi, parlandone con gli amici,  mi sentivo chiedere ad esempio "Anafi... che?" ero sicura di aver fatto centro. 
In questo periodo non riesco a viaggiare come e quanto vorrei, la mia situazione economica non me lo permette. Ma, nel mio ottimismo un poco incosciente, non smetto di cercare nuove e inusitate destinazioni, da aggiungere al ricordo dei miei numerosi viaggi passati.
Ecco quindi che l'Atlante diventa un veliero metaforico, sul quale salpare alla volta di lembi di terra trascurati o volontariamente nascosti.


  
  
Nel sottotitolo del libro, l'autrice  scrive : "Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò". 
Si sbaglia, c'è stata eccome!
Tanto da farmi venire voglia di cercare di ogni isola le immagini fotografiche, spesso del tutto assenti.

E dire che non ci sono indicazioni stile guida di viaggio, nè sintetiche descrizioni da cartolina.
Anzi, in molti casi i contorni fisici e geografici rimangono sullo sfondo, come avvolti da una misteriosa nebbia marina.

Emergono invece nitidi i ritratti, le storie dei navigatori che le scoprirono e degli esuli emarginati, bizzarri ed eccentrici, che hanno eletto alcune di quelle terre estreme a nuova patria, se non addirittura a proprio Regno.



Si scopre infatti come un'impostora austriaca si autoproclamò Imperatrice delle Galapagos a Floreana, e un guardiano di faro messicano  Re di Clipperton.
Su alcune delle isole si sono invece perpetrati stupri, violenze ed omicidi, trasformandone l'ambiente paradisiaco in un vero inferno.

Altre, pur bellissime, sono state adibite a colonia penale come la splendida Norfolk, sperduta fra Nuova Zelanda ed Australia.
Il vero cacciatore di isole non può che essere attratto da nomi come Solitudine, Pingelap, Socorro, Thule Meridionale, Macquarie, Semisopchnoi, Tikopia...



Senza contare i toponimi arcani, come Edimburgh of the Seven Seas capoluogo dell'isola Tristan da Cunha,  o quello del fiume Stige chepoco più a sud dei Monts Jules Verne corre dal Lac Perdu al mare aperto, sull'Isola del Possesso.

Molte isole, specie fra quelle veleggianti nei ghiacci artici, sono disabitate.
Geniale l'idea della Schalansky di distinguere la presenza umana, ove registrata, fra abitanti ed abitatori.
Questi ultimi non sono residenti dell'isola in questione, bensì solo ospiti occasionali, come ad esempio scienziati e personale delle stazioni di ricerca.





Tristemente diverso il ruolo degli invasori che, con la giustificazione di abietti trattati e auto-annessioni territoriali, violentano gli atolli con esperimenti nucleari come a Fangataufa, o deportano gli abitanti autoctoni per costruire basi militari come a Tromelin. 

In realtà, i veri abitanti di queste isole remote sono gli animali. L'uomo è arrivato sempre dopo e quasi mai ha portato vera civiltà.
Per questo, la vera forza della natura resta intatta dove le condizioni climatiche sono proibitive per i bipedi parlanti.

Le isole del Grande Nord sono quelle che più conservano lo spirito della terra primigenia, quelle la cui bellezza tremenda e intoccata parla ancora il linguaggio dell'alba del mondo.



  "Atlante delle Isole Remote" di Judith Schalansky- Bompiani 


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6 commenti

  1. Un libro che per me è stato di grande ispirazione.
    E pensare che sono andata alle Ebridi prima di leggerlo :-)

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    1. Ciao Giovy, in effetti mancherebbero anche altre isole...per esempio Antikithyra, dove mi riprometto di andare. Ma il libro è così bello che ti fa venir voglia di far debiti per partire subito!

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    2. Io aggiungerei anche l'isola di Bardsey, in Galles. Ha una storia incredibile!

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  2. Annamaria Polidicembre 29, 2014

    Ciao Wanda, ti sto seguendo da qualche mese, ti ho trovata grazie a Giulia di Viaggiare Low cost..mi piace molto il tuo stile e le informazioni interessanti che posti sul tuo blog: parli di profumi, viaggi, isole, festività passate diversamene dal solito... sono veramente affascinata anche dai tuoi viaggetti nei posticini bolognesi, modenesi che un pò conosco. io abito oltre Mantova e penso che abbiamo, a intuito, la stessa età....tempi addietro ho fatto qualche viaggetto, certo posti vicini, rispetto ai tuoi viaggi che, leggo, veramente belli e numerosi...anche questo libro che descrivi è molto stuzzicante...ecco volevo dirti queste cose..e candidarmi se hai voglia di andare in qualche borghetto di quelli deliziosi intorno alle montagne bolognesi..ti saluto con simpatia Annamaria Poli

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    1. Ti ringrazio Annamaria, e' bello sapere che ho dei lettori fedeli come te! Mi conforta anche avere la conferma che anche la mia "formula" un po' insolita incontra il gusto di persone sensibili come te.
      Ti faro' sapere delle mie gite nell'Appennino bolognese, ma in realta' mi piacerebbe venire anche dalle tue parti. Manotva e' bellissima e la conosco ancora poco. Intanto, ti auguro un 2015 come lo vuoi!

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    2. annamaria polidicembre 31, 2014

      Grazie x avermi risposto così carinamente..si, in effetti Mantova è stupenda..naturalmente me ne accorgo di + quando faccio anch'io la turista insieme a qualche amica di altre zone d'Italia!! Si tende a dare x scontata la propria cerchia di località...purtroppo...Quando vorrai, ti accompagnerò volentieri nei nostri posticini....!!! Per ora contraccambio gli auguri x un anno meravigliosissimoooo..un abbraccio con simpatia Annamaria

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