Incontri ed emozioni a Esxence 2015 - Prima parte

Pubblicato il 3/30/2015



Come faccio di solito prima di partire per un viaggio, anche per la visita ad Esxence ho tracciato un itinerario di massima, cui ho aggiunto qualche deviazione decisa secondo l'estro del momento.
Non volevo farmi sopraffare dalla miriade di marchi presenti come nelle edizioni passate, stancandomi senza riuscire a vedere e sentire quanto mi ero proposta.

Il mio infatti non è un blog sui profumi: è uno spazio dove essi compaiono - come tanti piccoli Virgilio - a far da guida alla scoperta del mondo che mi circonda, lontano o vicino che sia. 

L'intento perciò era sempre quello di scoprire nuovi riferimenti e legami fra il mondo delle fragranze e quello dei viaggi.
Ecco perchè il primo appuntamento è stato con Pierre Guillaume, per sentire la sua ultima linea significativamente battezzata "Croisière".
Su Pierre e sulla sua sbalorditiva abilità nell'inventare profumi evocatori del lontano, scriverò presto un apposito post nella sezione "Profumieri e Alchimisti" . Per ora, dico solo che l'incontro con lui è stato uno dei più interessanti dei miei due giorni milanesi.
 




Non basta infatti dare un nome esotico a una fragranza, perchè automaticamente essa ci proietti nell' atmosfera evocata dall'etichetta. Spesso si tratta di interpretazioni intellettuali costruite a tavolino, quando non di stratagemmi commerciali.
Non è da tutti riuscire a tradurre  in modo oggettivo l'impronta olfattiva di un luogo o di un momento e Guillaume è uno dei pochi che, a mio avviso, oggi ci riesce.

Non avevo ancora sentito nulla che imitasse davvero l'aroma degli spruzzi marini portati dal vento, come nel suo "Entre Ciel et Mer". Nulla che descrivesse l'esatto sentore della vegetazione e del terreno in una foresta tropicale dopo la pioggia, come in Jangala...  
Che poi a qualcuno non interessi o non piaccia questo tipo di profumeria "impressionista", è tutt' altro discorso. 

Nello stand attiguo c'era Olivier Durbano, viaggiatore di spazi trascendenti, racchiusi nei cristalli che danno il nome e l'impronta ai suoi profumi. 
Quest'anno i flaconi, immersi in ciotole dorate piene d'acqua, sembravano irradiare ancor di più la loro aura preziosa.
Sarà per questo che la sosta lì era così invitante, o per la squisita personalità del creatore-designer, non so. 

Olivier, che si sposta portando con se' anche il peso dei suoi cristalli e dei gioielli che disegna , ha recentemente intrapreso  un nuovo percorso personale e professionale, chiudendo la collaborazione con il suo distributore italiano.

Mentre l'anno scorso ero stata attirata dalla potenza del suo "Tourmaline Noire", a rapirmi stavolta è stato il fascino insolito di "Quartz Rose" spruzzato per un altro visitatore.
Il giorno dopo, sono di nuovo passata da Olivier per inondarmi della frizzante energia di "Citrine",  che mi ha dato lo sprint per avventurarmi in nuove scoperte. 





Profumo Cristallo di Rocca di Olivier Durbano

Quasi nascosto in un angolo dei corridoi, lo stand di Osmothéque e' stato un' altra tappa importante : presso l' Osmothèque di Parigi, vengono custoditi centinaia di profumi le cui formulazioni sono ormai perdute o impossibili da ricreare. 

Ovviamente a Milano ne era presente solo una selezione, ma anche così ho potuto sentire l'irripetibile magìa di Apres l'Ondèe di Guerlain con il suo carico di stillanti sentori primaverili e Vent Vert di Balmain, un trionfo di galbano e note verdi-floreali di ineguagliata eleganza.
Confesso che dopo è stato difficile non paragonare i profumi "moderni" esposti da altri con questi capolavori assoluti...

Dal paradiso all'inferno per la mia prima incursione in sala convegni, con la presentazione di Angelo Orazio Pregoni (meglio conosciuto come O'Driu) seguito della performance "Nè carne nè pesce" cui io non avevo partecipato.
Personaggio singolare, lo si può apprezzare o meno per le sue provocazioni artistico-olfattive : certo è sempre interessante seguirne le gesta, specie ora che, dopo la contestazione da "esterno" dello scorso anno, ha deciso di proseguire la sua opera partecipando alla manifestazione.

Quale totem simbolico del suo pensiero provocatore, poco fuori la sala campeggiava un'installazione creata insieme al designer e scultore Marco Ventura
Tema della performance gastronomico-olfattiva : quale libertà di scelta è lasciata all'individuo in contrapposizione all'attuale comunicazione di marketing?
Io ero più curiosa di sentire il risultato del suo corso per nasi neofiti, tenuto lo scorso novembre e al quale avevo pensato di partecipare anch'io. 
La fragranza scaturita dal lavoro "a quattro nasi" di Pregoni con Paolo Bazzani, Stefano Macaione e Julia Papas  si chiama  "Satyricon"  e, insieme alla triade "Ven" Det "Ta", compone le sue nuove proposte di quest'anno. 






Continua....


Questo articolo è stato scritto per Viaggi, Luoghi e Profumi.

La riproduzione, totale o parziale, è vietata e l'originale si trova solo su Viaggi, Luoghi e Profumi.






Nessun commento

Posta un commento