Incontri ed emozioni a Esxence 2015 - Seconda parte

Pubblicato il 4/01/2015



Prosegue il racconto della mia visita a Esxcence 2015, quale moderna (e ahimè attempata) Alice nel Paese delle Meraviglie.
Eh sì, perchè passando dalla sfolgorante primavera di Milano alla penombra dell'esposizione nelle sale di The Mall, sembrava proprio di entrare nel mondo sotterraneo della fiaba di Carroll...in cerca del Coniglio Bianco (la fragranza magica!) con tanto di Cappellai Matti, Duchesse e Brucaliffi...

Dopo le luciferine provocazioni gastro-olfattive di O'Driu, era d'obbligo sottopormi a un'opportuna espiazione, e così ho fatto, immergendomi nelle atmosfere quaresimali di Unum.





Nato col commercio di vesti ed ornamenti sacri (piviali, dalmatiche e croci pettorali ) il marchio di Sant'Arcangelo di Romagna (e dove sennò?)  si è prima misurato nella profumazione d'ambiente (a base di Frankincenso, Mirra, bacche di ginepro e balsami vari) per poi evolversi nella trinità di Laus, Opus 1144 e Rosa Nigra.

Sono tre fragranze di sapore un po' gotico, che rimandano ad ambientazioni monastiche: a me è piaciuta in particolare Rosa Nigra, che sa di petali un po' sfatti  e intrisi di incenso e candele, caduti sull'altare.

Il secondo appuntamento che ho seguito in Sala Convegni, è stata l'affascinante carrellata storico-olfattiva del blogger Ermano Picco, sulla profumeria italiana.
Le immagini di marchi gloriosi come BorsariBertelli, Giviemme, Vidal e celebri firme della moda quali Schiaparelli, Schubert  e Capucci hanno rievocato una realtà di eleganza e vitalità, che sarebbe bello veder rinascere, recuperando la lungimiranza e l'ingegno creativo dell'epoca.






Anche per questo nel mio programma ho inserito per la maggior parte visite a espositori italiani.
Dalle colline romagnole di  Unum,  sono quindi virtualmente scesa in Abruzzo e precisamente ad Atri,  dove Angela Ciampagna conduce la sua attività di alta profumeria artigiana.
Sono rimasta impressionata dalla cortesia e dalla modestia di Angela, che avrebbe invece tutto il diritto di mostrare fierezza per le sue creazioni !

La prima cosa che in generale mi ha colpito delle sue fragranze, è stata l'apparente semplicità, dietro cui si cela invece una grande ricchezza di accordi. Forse gli "esperti" mi accuseranno di eresia, ma ho la sensazione che questo indichi una rara abilità nell' armonizzare le materie prime.
  
Da lei ho sentito Liquo, nella cui formula entra l'aroma della famosa liquirizia coltivata in zona.
A casa, grazie alla generosa campionatura regalatami, mi sono innamorata un po' di tutte le fragranze ma, in special modo, di Aer e Nox : annusandole, chiudo gli occhi e mi par d'essere persa nel sentore dell'erba tagliata e di fumo, o rapita in una danza pagana per celebrare il solstizio.





In genere diffido delle "storie" inventate per raccontare i profumi, ma in questo caso il processo è inverso: sono i profumi a raccontarmi la storia di una terra antica, ma sottovalutata.
Atri è una bellissima città d'arte e mi piacerebbe inserirla in uno dei miei itinerari olfattivi, per potervi raccontare l'Italia seguendo la traccia dei suoi sentori. Angela, arrivo....

Il Nord mi ha richiamato presso lo stand di Rubini, dove le uve bianche dei vigneti della Valpolicella regalavano freschezza all'apertura di Fundamental , prima fragranza del marchio.
L'ho detto subito ad Andrea Bissoli: mi sembrava di essere in una cantina nel periodo dopo la vendemmia, quando il futuro spumante in essere inizia a maturare, spandendo tutto intorno il suo effluvio dorato.
Un'unica performance dunque, che però concentra già in sè la promessa di nuove, elettrizzanti imprese. 



Il profumo Fundamental, di Rubini


Più tardi, con Bernard Bourgeois di Osmothéque,  ho ritrovato la magìa dei grandi profumi del passato. 

La sua conferenza era dedicata ai numerosi usi e declinazioni di una delle materie prime più utilizzate in profumeria: l'Arancio Amaro, la cui fioritura primaverile riempie di fragranza l'aria dei luoghi in cui viene coltivato : Marocco, Tunisia ed Egitto.
Confesso che mi sono commossa fino alle lacrime, risentendo le note dell' originale e irripetibile L'Heure Bleue profumo legato ad uno dei periodi più belli della mia vita.

Peccato solo che l'audio nella sala, non completamente isolata. fosse disturbato dai rumori esterni del bar- tavola calda. 




Al di fuori del mio programma, ma quantomai coerente con la mia ricerca, la sosta presso l'accattivante stand di Fragrance Du Bois, società del gruppo multinazionale Asia Plantation.
Qui infatti era possibile vincere uno speciale viaggio alle piantagioni di alberi di Aquilaria, coltivati in modo sostenibile,  da cui si estrae una preziosa resina chiamata Oud che la Maison utilizza nelle sue ricercate ( e carissime!) fragranze.

Le piantagioni si trovano in Thailandia, in una località a due ore da Bangkok e in  Malesia e permettono così di contrastare lo sfruttamento illegale di questa materia prima, di cui gli occidentali ( e non solo) si sono recentemente infatuati alla follia.    






Chiudo idealmente questa mia cronaca di Esxence 2015 con la musica che, nella hall di ingresso si sprigionava dal grande pianoforte a coda, suonato con sentimento da Luciana Bigazzi sensibile pianista e compositrice.

La relazione fra note profumate e note olfattive era anche il tema ispiratore di quest'anno, simboleggiato perfettamente dall'improvvisata esibizione a quattro mani, eseguita con la raffinata compositrice di profumi Keiko Mecheri... 





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