Pane burro e marmellata: proviamolo gelato!

Pubblicato il 5/15/2016


Gelati Pavè

Ricominciamo finalmente a riparlare di gelato, con la mia prima uscita ufficiale alla ricerca del migliore della città  (ma mi spingerò anche fuori Milano e Lombardia appena possibile). 
Il migliore per il mio gusto naturalmente; non sono un'esperta in termini tecnici, ma anni e anni di assaggi, e un po' di buone letture unite a un certo senso critico, penso mi aiutino a formulare un giudizio corretto. 

In realtà non saprò mai, a meno di non chiederlo e di ricevere risposte sincere, quanto sia la percentuale di  artigianalità del gelato che mi servono: se, ad esempio, utilizzano o meno "basi" già pronte, o se invece partono dagli ingredienti freschi;  se questi ultimi siano naturali e di che qualità o invece siano semilavorati;  se vengono utilizzati altri prodotti per migliorare aspetto e palatabilità del gelato (ce ne sono di ogni sorta: per  inibire la formazione del ghiaccio, per rendere il gelato più cremoso, più compatto, più voluminoso...). 
O ancora, se il gelato offerto viene prodotto in un laboratorio adiacente al locale di vendita o vi viene trasportato già pronto. 

I miei criteri per giudicare se una gelateria merita la visita  sono ovviamente personali e coinvolgono principalmente due dei miei sensi: gusto e vista soprattutto, perché l'olfatto, in un gelato, non è per forza di cose la caratteristica più evidente.

Un gelato mi piace se il sapore  è proprio dell'ingrediente che cita, se è armonico in bocca, cremoso ma non troppo, freddo ma non ghiacciato; se non ha un sapore grasso, se non è troppo dolce, se lascia il ricordo del suo sapore per giorni...ma, soprattutto, se non è piatto o uniforme e se i gusti, dopo il primo assaggio, non diventano tutti uguali, smascherando il probabile uso di basi.


Gelati

Anche l'esposizione in vetrina fa la differenza: preferisco le canapine chiuse e retrò piuttosto che le montagne di gelato esposto in vaschetta, soprattutto se volume e colori  sono esagerati: trovo sia anche un'accortezza igienica. 

Persino la lista dei gusti  incide sul mio personale punteggio: se è troppo vasta non mi convince (come i menù di un ristorante),  se è fantasiosa, raccontata o evocativa  perché propone abbinamenti insoliti mi diverte, ma deve rispecchiare la realtà di quanto andrò a gustare.
Cono o coppetta? preferisco la seconda, per un assaggio più meditato quando ho più tempo, mentre il cono lo riservo a quei momenti di "pazza voglia di gelato" da passeggio; devo dire che ultimamente la qualità dei coni è molto migliorata così non sono costretta a buttarlo.

Tornando alla mia prima incursione gelatiera i miei passi mi han condotto da Pavé Gelati e Granite in via Cesare Battisti,  quasi di fronte al Tribunale di Milano. 
Aperto da poco più di un mese, è' il locale dedicato al gelato, della rinomata benché giovane (in tutti sensi) pasticceria Pavè di Via Felice Casati. 

A me già piace molto a partire dal nome così tipicamente milanese, così come mi piace, di entrambi i Pavè, la studiata semplicità del locale, vintage industriale metropolitano.
Mi piace anche il fatto che, dietro a questa nuova impresa, ci siano dei giovani che hanno creato una formula di successo, riproponendo in epoca di grassi e pasticciati happyhour, il  più semplice aperitivo classico italiano con olive e arachidi, piuttosto che la merenda della nonna con pane burro e marmellata al pomeriggio.

Gelato



E' proprio il  gusto "pane burro e 160 " (si riferisce al nome della loro confettura di albicocche con il 160% di frutta)  che mi ha subito attratto tra quelli, in giusta misura, descritti sulla parete dietro il banco. 
E all'assaggio... pam! parte quasi subito il ricordo del sapore di pane burro e zucchero della  mai infanzia campagnola, forse perché la confettura di albicocche non predomina. 
A questo gusto inusitato, ho affiancato un assaggio di  "tarte tatin" chiedendo, per sentirmi meno in colpa, di abbondare con il sorbetto "ananas rucola e lime". 
Dei due, la tarte tatin esce subito con la sfoglia e il caramello, un po' meno la mela, ma magari non era nella mia porzione. Il sorbetto invece non mi ha sinceramente colpito più di tanto.

Ma, di un gusto così particolare come il "pane burro", non potevo non fare il bis e allora l'ho riordinato, anche per scattare la foto alla coppetta,  assieme a un assaggio di ottima "sbrisolona", altra importazione dalla loro  pasticceria. 
Del resto, anche qui per scacciare il mio senso di colpa, ho seguito alla lettera quello ciò che afferma lo stesso Pavè che offre un "gelato leggero... un gelato che se te ne mangi due  non succede niente. Perchè, quello, secondo noi, è il gelato". E anche secondo me, ovvio.
Da Pavè Gelati e Granite trovate anche quest'ultime:  oltre alle classiche al caffè e alla mandorla,  alla mia visita ne ho assaggiato una entusiasmante di fragole e rabarbaro.

Altri prodotti di Pavè: dai dolci confezionati nelle strepitose confezioni a righe o a losanghe, alle tavolette di puro cioccolato fondente di svariate origini, alle confettura di frutta.
Due note fondamentali,  di quelle che fanno guadagnare ulteriori punti, se ce ne fosse bisogno:  la panna montata offerta sul gelato è "cortesia" come pure l'invito ad assaggiare il gusto prima di ordinarlo se non siamo convinti. 
Meglio di così...! Al prossimo giro!

PAVE', GELATI E GRANITE
Via Cesare Battisti 21
MILANO


Questo articolo è stato scritto da Susanna Berretta per Viaggi, Luoghi e ProfumiLa riproduzione, totale o parziale, è vietata e l'originale si trova solo su Viaggi, Luoghi e Profumi.


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