Roberto Dario, esploratore delle Essenze Perdute...

Pubblicato il 9/08/2014

Roberto Dario, al Museo del Profumo di Venezia


Ogni volta che ho incontrato Roberto Dario, ho sempre avuto l'impressione che fosse una persona gentile, ma riservata.
Basta però chiedergli delle sue ricerche nel campo dei profumi antichi, per veder affiorare la tempra dell' "archeologo delle essenze" capace di ricreare la formula del mitico "Kyphi", il profumo sacro agli Egizi.

Entusiasta di questo suo "viaggio nel tempo", alla ricerca di formule millenarie e materie prime perdute, ho chiesto a Roberto di rispondere ad alcune domande, per ampliare le informazioni pubblicate sul suo sito Esperienze Olfattive. Ecco le sue risposte.

D: Vuoi raccontarci qualcosa di più su di te e di come sei arrivato a trasformarti da chimico a profumiere? Come è iniziato il tuo viaggio nel mondo delle fragranze?
R: Sin da piccolo ho avuto una grande curiosità per la Natura: le piante, le foglie, gli insetti, le rocce, i minerali, li raccoglievo, osservavo, catalogavo. Poi ricevetti come regalo di compleanno un libro dal titolo "101 esperimenti scientifici", un testo di divulgazione scientifica per ragazzi (che conservo ancora oggi). Quella lettura fu allo stesso tempo un' iniziazione e una rivelazione.
Ho mantenuto questa curiosità tecnico-scientifica nel tempo e la scelta del corso di laurea in chimica e' stato un percorso naturale.



Dopo la laurea e una breve parentesi all'università con una borsa di studio, ho iniziato a lavorare prima come ricercatore sintetista e poi come sviluppatore di processi chimici in diverse aziende nazionali del settore. Riconoscere, maneggiare e trasformare le sostanze chimiche era il mio lavoro quotidiano e il senso dell'olfatto veniva spesso sollecitato: ricordo bene l'odore rosato pungente del benzofenone o quello anisico della para-anisaldeide. Ma fu l'odore della cumarina (dolce-mandorlato-vanigliato) quello che accese l'interesse per le materie prime da profumeria (stavo lavorando allo sviluppo di un nuovo processo chimico per la sua produzione).

Da autodidatta, ho quindi intrapreso lo studio delle conoscenze fondamentali sull'ottenimento e sulle caratteristiche peculiari delle essenze sintetiche e naturali, oltre che del loro uso nella profumeria.
Ad un certo punto però, questo non mi è più bastato: man mano che aumentavano le conoscenze, cresceva la curiosità di mettere "le mani in pasta", spingendomi a cercare un luogo dove poter fare una esperienza più completa nel mondo della profumeria.

E' così che nel 2008 sono approdato alla Scuola Estiva del GIP (Grasse Institute of Perfumery).
Lì, sotto la guida di profumieri professionisti, sono stato iniziato all'esercizio del "naso", al riconoscimento olfattivo delle materie prime naturali e sintetiche ed ai primi passi nella composizione.
A quella esperienza ne sono seguite tante altre, come i seminari di Abdes Salaam Attar o l'esperienza da Mouillette&Co, oltre che i numerosi ritorni a Grasse dove, nel frattempo, ho stretto amicizie con professionisti del settore e avviato rapporti professionali con aziende produttrici di materie prime.



DCosa ti ha spinto a riprodurre il Kyphi, seppur in una forma riaggiornata? Quali sono state le difficoltà che hai incontrato in questo "viaggio nel tempo" olfattivo? Dove hai reperito le fonti riguardo alla formulazione? A oltre un anno dalla creazione, sei soddisfatto del risultato?

R: Ricreare il mito, ripercorrerne la storia della scoperta, per poter sentire l'odore dell'incenso sacro degli egizi: questa è stata la molla che mi ha spinto a ricercare gli ingredienti e a provare a riprodurre l'incenso dal nome mitico, il Kyphi.
Il Kyphi era l'incenso delle ore serali che veniva bruciato nei templi, dopo il frankincenso del mattino e la mirra al pomeriggio.

Quello che lo rende unico è il fatto che esiste non solo la sua formula, ma anche l'esatto procedimento di fabbicazione, ritrovati scolpiti sui muri dei laboratori dei templi egiziani di Edfu e Philae.
In questa avventura, i testi che mi hanno aiutato nell'identificare gli ingredienti e seguire il procedimento di composizione, sono stati quello di Lisa Manniche "Sacred Luxury", Cornell Press e "Kyphi, the Sacred Scent" di Karl Vermillion.

La cosa piu interessante di questo emozionante viaggio nella storia è stata proprio la sua dimensione olfattiva. Ricercare i vari ingredienti anche nella natura circostante, come nel caso della resina di pino di aleppo o delle radici di cipero; o la ricostruzione dell'odore di un materiale ancora non completamente svelato nella sua origine, come nel caso del asphalatos, dove mi sono basato sulla descrizione che ne fa Plinio nella sua "Storia Naturale". Tutto questo ha rappresentato un'esperienza unica e avvincente.

Sono molto soddisfatto del risultato finale e spero di poter fare un secondo esperimento con i nuovi aggiornamenti, servendomi delle altre materie prime che nel frattempo ho trovato.


Alcuni grani di Kyphi, il mitico incenso sacro agli Egizi


D : Quali sono le tue materie prime preferite? Ho visto che diverse tue fragranze utilizzano la Lavanda: come mai?

R I legni:  il Sandalo ed il legno di cedro Virgina e Texas sono i miei preferiti. E ancora le resine, il Frankincenso e la Mirra. Il fiore che sicuramente amo di più è il Gelsomino. 

La Lavanda, ha per me un significato "affettivo" in quanto legato alle mie prime formule. Nel 2009 ho aiutato un produttore di lavanda a svilupparne e ottimizzarne la distillazione in corrente di vapore, e la ricompensa per questo lavoro fu circa 1 kg di olio essenziale. Con tutta quella materia prima a disposizione pensai che potevo esercitarmi a "vestire" questa essenza, dandole un carattere diverso a seconda delle "sfaccettature" pensate.

E' così che prendono corpo le mie lavande: "Lavanda Fizz" è una formula di colonia classica, "Spicy Lavender" invece è la variante con un tocco speziato fresco, mentre "Lavanda d'Oriente" è caratterizzata da una base ambrata e resinosa, insieme dolce e calda.

D: Dove cerchi e acquisti le materie prime per le tue creazioni? Utilizzi solo materie prime di origine naturale o anche sintetiche?

ROggi acquisto le mie materie prime direttamente dalle case produttrici che ho selezionato nel tempo.
Per quanto riguarda il tipo di materia prima naturale o sintetica, posso dirti che, se all'inizio ho usato esclusivamente materie prime naturali, nel corso della mia continua educazione olfattiva mi sono reso conto che gli ingredienti sintetici non possono essere esclusi a priori dalla struttura di un profumo: essi danno sfumature e accenti odorosi che non si riescono a trovare nella sola materia naturale. 

Ricordiamoci che la profumeria come la conosciamo oggi nasce alla fine del '800 , con l'inizio della produzione e la commercializzazione delle prime materie prime sintetiche.



Le profumate spighe della Lavanda





















D: Come nasce l'idea di una nuova fragranza?

RHo sperimentato come un'emozione può generare una idea di fragranza, come lo è stato ad esempio per "Attimi": camminando in campagna in un pomeriggio estivo, sentii nell'aria questa fragranza aromatica, lieve e semplice...mi venne il desiderio di "copiarla", basandomi solo sul suo ricordo, sulla memoria, per portarla sempre con me. Il risultato è stato molto piacevole.

Ma l'idea può nascere anche da un'esperienza assai diversa come la lettura di un libro o di un racconto: così è stato per "Dolcedesiderio": leggere "Senza Domani" di Denon e tradurne le immagini e le sensazioni delle gesta di due amanti in un profumo...
Sentire un odore, vedere un'immagine, toccare una superficie, sentire un suono:  tutto ciò che tocca e stimola i nostri sensi può essere tradotto in un'idea profumata.

D: Cosa pensi della cosiddetta profumeria artistica o di nicchia?

RDomanda difficile: se la profumeria artistica o di nicchia doveva definire, essere espressione di concept olfattivi innovativi o liberi dagli schemi commerciali, direi che non mi ritrovo nella definizione artistica/nicchia per come è diventata.

Spesso infatti, una grossa fetta di queste proposte segue olfattivamente il cosiddetto mainstream, o profumeria commerciale, nel concept primario (specie quando vengono "mimati" profumi di successo)...ma mi rendo conto che il mercato artistico di nicchia è un business e quindi, come tale, diretto al guadagno. Per cui, l'originalità non sempre è garanzia di vendite immediate e allora...

D: Hai mai tratto ispirazione da uno o più viaggi nella creazione di una tua fragranza e se sì, in quale occasione? Ce la descrivi?


R : Vorrei tradurre in profumo il mio ultimo viaggio a Grasse dove mi sono ritrovato in un campo di tuberose...Nella creazione di un profumo personalizzato ho dovuto tradurre olfattivamente le esperienze sensoriali di una persona rientrata da un viaggio in Etiopia: mi ha raccontato del bruciare dell'incenso, della mirra, il rito del caffè, il mercato, gli odori della casa tipica etiope.























D: Come avviene la creazione di una fragranza personalizzata?

R : Le persone che mi chiedono questo servizio mi raccontano principalmente le loro esperienze olfattive, sia dei luoghi nativi che di viaggi effettuati: traduco questi racconti in materie prime che penso possano rappresentare lo scheletro della fragranza e che propongo al naso del cliente per una prima scrematura delle sensazioni olfattive. 
Scelte le materie prime di base, nel giro di qualche settimana le metto insieme secondo una formula che genera almeno 3/5 differenti basi profumate. Il cliente poi sceglie almeno 2 di queste varianti, quelle che gli sembrano più aderenti alla sua richiesta. Su queste ultime infine lavoro almeno per altre 2 o 3 settimane, fino alla definizione finale della fragranza.

D: Cosa ti dà più gioia nel tuo essere profumiere?
R : La possibilità di poter ricercare e far emergere le sensazioni delle persone attraverso il senso dell'olfatto: vedere un sorriso che illumina il viso o lo sguardo interrogativo delle persone a cui faccio sentire le fragranze, è per me una scoperta continua delle emozioni umane. 

D : Quali sono i tuoi progetti e sogni olfattivi per il futuro?
R : Attualmente la mia attività di consulente nel settore della profumeria si sta concentrando sulla realizzazione di 2 nuovi profumi che andranno ad arricchire la linea di profumeria fine di un'azienda dermocosmetica.

Continua inoltre la mia ricerca storica sui profumi antichi con intrecci anche in campo universitario. Sto sviluppando il brand personale "Roberto Dario Esperienze Olfattive" e mi sto dedicando alle mie prossime fragranze che presenterò nel 2015.

D: Quale domanda ti piacerebbe ti venisse fatta e quale sarebbe la tua risposta?
R: la domanda sarebbe : "Come ti senti quando ti chiamano "Profumiere" o "Naso"?
Il "Profumiere" a mio avviso è colui che forma la sua professione sull'esperienza e sulla formazione continua. Per questo, essendo ancora io "giovane" in questa attività lavorativa, mi sento un po' in imbarazzo quando si rivolgono a me come al "profumiere" figuriamoci sentirsi chiamare addirittura "naso"....tuttavia, non riuscendo a trovare altri termini adatti alla mia attività, visto che per esempio il termine "fragrance designer" è comunque un surrogato del termine "profumiere", accetto quest'ultima definizione, con un timido sorriso...


Le Fragranze di Esperienze Olfattive

Roberto mi ha cortesemente inviato una campionatura, con le sue fragranze e dei preziosi grani di Kyphi: alcuni di questi, li ho provati durante un periodo in cui ero influenzata per beneficiare della loro azione purificatrice.
E' stato emozionante pensare che il sottile filo di fumo aromatico che ne saliva era, almeno in parte, lo stesso che veniva bruciato secoli fa nei templi egizi!

Riguardo ai profumi, li ho trovati tutti molto piacevoli, ma quelli che mi hanno colpito di più sono state Attimi e Dolce desiderio. 
Il primo, è un'armonia di erbe aromatiche, pompelmo e Legno di Rosa, che ricorda davvero una passeggiata primaverile in un prato fiorito scaldato dal sole pomeridiano, confermando l'ispirazione che ne è alla base. 

Il secondo è una fragranza ricca, sontuosa, che secondo me non ha nulla da invidiare a profumi più blasonati : è un giardino di rose, dal quale sbocciano accenti di Labdano, Patchouly e Benzoino e che si stabilizza con soavi note di fondo vanigliate, eccezionalmente persistenti (almeno sulla mia pelle!).
E ora, non mi rimane che leggere il libro di Denon... 


Ringrazio Roberto Dario per tutte le foto a corredo di questo post.


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