Santiago di Compostella: il cambiamento del viandante e il "profumo del pellegrino"...

Pubblicato il 9/18/2014

Il grande "Borafumeiro" della Cattedrale di Santiago de Compostella


Secondo un  antico detto "dal Cammino di Santiago si torna cambiati", ma io penso che questo valga per tutti i viaggi. Forse, il cambiamento non si manifesta subito e tramite avvenimenti eclatanti. E' piuttosto un processo interiore più sottile che nel tempo del viaggio, sospese le abitudini quotidiane, trasforma la nostra visione del mondo.
Non sono ancora riuscita a percorrere il Cammino di Santiago per intero, come prima o poi vorrei fare. Qualche anno fa però, nei primi giorni di un ottobre ancora estivo, ne ho avuto un piccolo assaggio, percorrendo a piedi il tratto finale che va dall'aeroporto alla città di Santiago de Compostella.

Purtroppo, coincidendo per lo più con strade asfaltate e rumorose, tale tragitto ha perso molto del fascino originario. La grande aspettativa con cui ero partita,  ha restituito tuttavia l'emozione di ritrovare gli antichi segni,  su quella che è stata per secoli la più percorsa via di pellegrinaggio d' Europa.
E' bastato poi scorgere in lontananza il profilo della città, disegnato sui colori del tramonto, per provare la trepidazione dell'arrivo.


Santiago de Compostella, la Cattedrale al tramonto

Quella di Santiago è una Spagna severa, che evoca battaglie e conquiste, piuttosto che la beatitudine di una Fede trascendente. Lo stesso San Giacomo qui è noto anche col nome di "Santiago Matamoros" tanto che l'iconografia cristiana lo raffigura come uccisore di musulmani, in ricordo del suo leggendario intervento soprannaturale nella battaglia di Clavijo.

Si narra infatti che il 23 maggio 844, in sella ad un cavallo bianco, il Santo avrebbe guidato alla vittoria le armate di Ramiro I d'Asturias  contro i musulmani dell'Emiro Abd al-Rhaman I , divenendo così il protettore  della cristianità dalle scorrerie islamiche.



Santiago del Compostella, la statua di San Giacomo "Matamoros"



E' anche una Spagna di architetture barocche, di chiese ridondanti paramenti ed arredi, che a momenti sembrano sopraffare l'umile pellegrino, nei suoi panni resi puzzolenti da mesi di viaggio.

Per essere davvero tale, il pellegrinaggio dovrebbe compiersi portando con sè il minimo indispensabile, proprio a significare la necessità di disfarsi delle cose inutili che  potrebbero rallentare il cammino : orpelli e paccottiglie,  simbolo anche di sovrastrutture mentali come pregiudizi e convinzioni, di cui è bene liberarsi per procedere più speditamente

Come in una metafora della vita, il Cammino si può affrontare insieme ad amici e parenti, oppure da soli, con la certezza però che potremo trovare degli occasionali compagni di viaggio, coi quali percorrere alcuni tratti di strada. 
La trasformazione il viandante la matura comunque in solitudine, nel silenzio interiore e nella distanza da quanto fino allora costituiva la sua vita. 



Cattedrale di Santiago de Compostella


Al termine dell'itinerario, tutti i pellegrini si riuniscono nella maestosa cattedrale per la celebrazione del ringraziamento. 
Anticamente,  per coprirne il forte odore (definito ironicamente "profumo del pellegrino") la folla veniva sottoposta al rito del "botafumeiro", ossia l'aspersione con l'incenso rilasciato da un gigantesco turibolo, fatto oscillare sugli astanti, a 22 metri di altezza, lungo tutta la navata.
Ora il botafumeiro si utilizza solo durante le messe solenni e in occasione dell'Anno Santo Compostelliano. 

Ancora oggi molti prolungano il Cammino fino a Capo Finisterre (da Finis Terrae, ossia confine delle terre ) mitico avamposto del mondo conosciuto, con un percorso di 91 km il cui tracciato si credeva indicato dalla Via Lattea. 
Qui, in uno dei punti piu' occidentali della Spagna, la tradizione richiedeva ai pellegrini un'ultima prova: dopo un bagno purificatore nelle gelide acque dell'Oceano, si doveva bruciare un indumento usato nel percorso, per sancirne ufficialmente la fine. 



Stele di fine cammino a Capo Finisterre


Ecco ancora una volta la simbologia dal cambiamento, tramite la purificazione con l'acqua ed il fuoco: nell'Oceano il ritorno alle origini della vita del nuovo "essere", che non potrebbe più indossare il vecchio involucro nel quale si identificava, ormai bruciato dal fuoco dell'esperienza.
Di che cambiamento si stia parlando, è da vedere. Potrebbe anche trattarsi del Grande Passaggio che ci attende tutti, al termine del cammino terreno. 

Pensate di essere pronti a partire?

Prepararsi a percorrere il Cammino di Santiago non è come organizzare un viaggio qualunque.
Richiede una grande consapevolezza e una realistica valutazione delle proprie condizioni fisiche. Ovviamente, bisogna avere molto tempo a disposizione per la copertura del percorso, che può richiedere diverse settimane, a seconda dell'itinerario prescelto.

Non occorre essere credenti per affrontare quest'avventura: è sufficiente avere il desiderio o la necessità di percorrere un cammino che  con il suo procedere fisico, ci metta davanti alla nostra vita, sapendo che al ritorno potremmo avere voglia di cambiarla radicalmente. 

Può essere utile leggere un buon libro, scritto da chi ha già fatto questa esperienza: io consiglio "Il cammino di Santiago de Compostela. Un viaggio alla ricerca di sè" di Paolo Indemini. (ed. L'età dell'Acquario) 
Come guida vera e propria invece, per organizzare tappe e soste, la
"Guida al Cammino di Santiago de Compostela" di Alfonso Curatolo e Miriam Giovanzana.(Ed. Terredimezzo).

In rete, ho trovato questi siti: 

Sito ufficiale di Santiago de Compostella, 

Sito Federazione spagnola Amici del Cammino di Santiago

Sito di Gianluca e Federica pieno di notizie e consigli utili da parte di chi è stato o è "sul campo" 

Sito italiano su tutto quanto concerne il Cammino che riporta anche informazioni sui voli dall'Italia

Sappiate però che l'unico volo diretto dall'Italia parte da Bergamo Orio al Serio con Ryanair.
  

Questo articolo è stato scritto per Viaggi, Luoghi e ProfumiLa riproduzione, totale o parziale, è vietata e l'originale si trova solo su Viaggi, Luoghi e Profumi.


  
  


   
        
  






     

4 commenti

  1. Cara Wanda hai toccato il tema a me caro. Il grande Viaggio comporta certo il Parfum de la mort.
    Quando si arriva in questo luogo interiore i sillogismi olfattivi costruiti con l'intelletto franano fragorosamente e si aprono le verità dell'essenza dell'Anima. Mi chiedo se siamo già pronti e sufficientemente coraggiosi per aprire le narici a Passages? Confido nella forza del Respiro. Anne Rose

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anne Rose, temevo che il tema del mio post potesse essere troppo criptico, o frainteso. Vedo invece che, dove doveva, il messaggio e' arrivato.

      Elimina
  2. Ho sempre voluto approfondire le sensazioni derivanti da questo viaggio spirituale che a molti ha portato ad un cambiamento interiore rivoluzionario. Per questo motivo, ti ringrazio per l'articolo e prenderò spunto dalle fonti citate per informarmi meglio sull'argomento.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Alessia, sono lieta che il mio post ti abbia dato degli spunti utili e ti ringrazio per avermi scritto!

      Elimina