All'imbocco dello sterrato per il borgo, il primo saluto è stato il verso del falco.
Ero stata a Chiapporato diversi anni fa e sapevo che non avrei rivisto Vilma e l'anziana madre Zelia che, dopo la morte di quest'ultima, non vivevano più lì dalla primavera di quest'anno.
Sapevo che stavolta non avrei sentito l'odore di legna del loro camino, il solo ormai rimasto in funzione negli ultimi anni.
Ma non ero preparata a quanto mi attendeva. Non alla calma strana di un bosco che velocemente sta divorando ruderi e memorie di vita.
Eppure, la presenza lungo la via di nuovi pali della luce elettrica, mi ha fatto sperare fino all'ultimo in una traccia di rinascita, magari anche solo l'annuncio di un recupero dell'abitato, come altri ne ho visti nelle valli vicine.
Invece...subito dopo la fonte all'ingresso del borgo, in cui l'acqua limpida sembrava giocare coi riflessi dorati d'autunno, il cielo si è annuvolato.
E il profilo dei primi ruderi, contro una coltre livida di nubi è apparso, spettrale come l'illustrazione di una novella "gotica" .
Sono abituata a camminare in solitudine e non ho paura. Ma, col repentino cambio d'atmosfera che mi ha accolto, dopo l'incanto fiabesco dei castagneti, ho avvertito una certa inquietudine.
Più di tutto mi ha turbato il silenzio, oppressivo e quasi minaccioso. Anche gli uccelli tacevano, fra i muri sbrecciati e le finestre cieche, come accade a volte prima di un' eclissi o di una tempesta.
Più di tutto mi ha turbato il silenzio, oppressivo e quasi minaccioso. Anche gli uccelli tacevano, fra i muri sbrecciati e le finestre cieche, come accade a volte prima di un' eclissi o di una tempesta.
Non c'è voluto molto a percorrere l'anello dei vicoli invasi dalle ortiche, fra travi sconnesse, muri sgretolati e poveri utensili dimenticati.
Panchine dove nessuno più siede al termine della giornata, scale che salgono verso il nulla di un tetto crollato, porte chiuse sulla vita di generazioni di pastori e boscaioli, che fin dal 1500 abitarono questo luogo impervio...
Sulla parete di una casa, una pietra incisa esorta ancora il viandante, con le sue lettere vergate a rovescio "Và con fede, che Dio ti vede"
Una porta priva di lucchetto si apre su una cucina che, pur nella sua povertà, sembra ancora frequentata, lasciata vuota solo per un momento dagli abitanti, andati chissà dove.
Come un paio di scarpe da ginnastica, in fondo a una scala, parevano ancora attendere il proprietario per nuove escursioni.
Fuori, semplici oggetti come vasi di latta usati per le piante, nicchie e umili ornamenti, ringhiere in ferro battuto : tracce cui mancava ormai la vita infusa dalla consuetudine.
La casa dove Zelia e sua figlia hanno vissuto sole per anni, la ricordavo modesta, ma forte del simbolo di una resistenza eroica sul proprio territorio, che ignora le facili lusinghe di una "civiltà" foriera di sradicamento.
Penso soprattutto agli inverni, in cui la neve isolava il borgo ancor di più, rendendo arduo scendere fino alla fonte per prendere l'acqua, che in casa non c'era.
Eppure, qui per secoli ha vissuto una comunità, abituata ai rigori di un'esistenza che oggi non potremmo neanche immaginare.
Sopra l'abitato, di fianco all'oratorio di San Giovanni Battista, il piccolo camposanto custodisce ancora poche croci e lapidi, i nomi ormai resi illeggibili dal tempo.
Fu aperto nel 1847, proprio per la difficoltà di trasportare le salme al cimitero di Stagno, alla cui parrocchia il borgo apparteneva.
Dalla mia prima visita ricordavo una pietra sepolcrale impressionante, come quelle che si vedono nelle chiese medievali, il coperchio verde di muschio e inciso finemente.
L'ho cercata, ma anch'essa era ormai sepolta sotto un intrico d'erba e rampicanti.
Dopo avere atteso inutilmente che un raggio di sole accendesse l'illusione della vita, ho ripreso la via del ritorno.
Ma non posso fare a meno di dolermi per l'ennesima perdita, e il senso di abbandono che ho provato lì mi pesa ancora sul cuore.
Un'altra testimonianza di come eravamo, di come gente umile e fiera conduceva la propria esistenza in dignità, va perduta.
Come arrivare a Chiapporato
Dall'autostrada A1, è consigliata l'uscita al casello di Pian Del Voglio, da dove si prosegue per Castiglione dei Pepoli, quindi in direzione del Bacino di Suviana fino a Bargi.
Di qui, si prende la deviazione per la graziosa frazione di Stagno, che domina il bacino artificiale: continuando sulla strada asfaltata oltre il paese, dopo qualche curva sulla destra appare l'indicazione per Chiapporato.
Altrimenti, Stagno si può raggiungere anche dalla SS 61 "Porrettana" passando per Camugnano.
Lo sterrato per Chiapporato è percorribile in minima parte in auto, ma io consiglio di farlo tutto a piedi, per godere l'itinerario che si snoda fra castagni secolari e abetaie, con bellissimi scorci sulla Valle del Limentra .
C'è un po' di saliscendi, ma è un'agevole passeggiata che vi condurrà al borgo in poco più di un' ora.
Esiste anche un sentiero, più lungo e impegnativo, che sale da Cantagallo (in Toscana) o dal paese di Fossato, ma lo si consiglia ad escursionisti più esperti ed allenati.
I punti di ristoro più vicini sono a Baigno e a Bargi. Poco oltre, nella frazione di Barceda consiglio l'albergo- ristorante Cavicchi, che offre genuina cucina casalinga con salumi e carni di produzione propria.
Questo articolo è stato scritto per Viaggi, Luoghi e Profumi. La riproduzione, totale o parziale, è vietata e l'originale si trova solo su Viaggi, Luoghi e Profumi.
Panchine dove nessuno più siede al termine della giornata, scale che salgono verso il nulla di un tetto crollato, porte chiuse sulla vita di generazioni di pastori e boscaioli, che fin dal 1500 abitarono questo luogo impervio...
Sulla parete di una casa, una pietra incisa esorta ancora il viandante, con le sue lettere vergate a rovescio "Và con fede, che Dio ti vede"
Una porta priva di lucchetto si apre su una cucina che, pur nella sua povertà, sembra ancora frequentata, lasciata vuota solo per un momento dagli abitanti, andati chissà dove.
Come un paio di scarpe da ginnastica, in fondo a una scala, parevano ancora attendere il proprietario per nuove escursioni.
Fuori, semplici oggetti come vasi di latta usati per le piante, nicchie e umili ornamenti, ringhiere in ferro battuto : tracce cui mancava ormai la vita infusa dalla consuetudine.
La casa dove Zelia e sua figlia hanno vissuto sole per anni, la ricordavo modesta, ma forte del simbolo di una resistenza eroica sul proprio territorio, che ignora le facili lusinghe di una "civiltà" foriera di sradicamento.
Penso soprattutto agli inverni, in cui la neve isolava il borgo ancor di più, rendendo arduo scendere fino alla fonte per prendere l'acqua, che in casa non c'era.
Eppure, qui per secoli ha vissuto una comunità, abituata ai rigori di un'esistenza che oggi non potremmo neanche immaginare.
Sopra l'abitato, di fianco all'oratorio di San Giovanni Battista, il piccolo camposanto custodisce ancora poche croci e lapidi, i nomi ormai resi illeggibili dal tempo.
Fu aperto nel 1847, proprio per la difficoltà di trasportare le salme al cimitero di Stagno, alla cui parrocchia il borgo apparteneva.
Dalla mia prima visita ricordavo una pietra sepolcrale impressionante, come quelle che si vedono nelle chiese medievali, il coperchio verde di muschio e inciso finemente.
L'ho cercata, ma anch'essa era ormai sepolta sotto un intrico d'erba e rampicanti.
Dopo avere atteso inutilmente che un raggio di sole accendesse l'illusione della vita, ho ripreso la via del ritorno.
Ma non posso fare a meno di dolermi per l'ennesima perdita, e il senso di abbandono che ho provato lì mi pesa ancora sul cuore.
Un'altra testimonianza di come eravamo, di come gente umile e fiera conduceva la propria esistenza in dignità, va perduta.
Come arrivare a Chiapporato
Dall'autostrada A1, è consigliata l'uscita al casello di Pian Del Voglio, da dove si prosegue per Castiglione dei Pepoli, quindi in direzione del Bacino di Suviana fino a Bargi.
Di qui, si prende la deviazione per la graziosa frazione di Stagno, che domina il bacino artificiale: continuando sulla strada asfaltata oltre il paese, dopo qualche curva sulla destra appare l'indicazione per Chiapporato.
Altrimenti, Stagno si può raggiungere anche dalla SS 61 "Porrettana" passando per Camugnano.
Lo sterrato per Chiapporato è percorribile in minima parte in auto, ma io consiglio di farlo tutto a piedi, per godere l'itinerario che si snoda fra castagni secolari e abetaie, con bellissimi scorci sulla Valle del Limentra .
C'è un po' di saliscendi, ma è un'agevole passeggiata che vi condurrà al borgo in poco più di un' ora.
Esiste anche un sentiero, più lungo e impegnativo, che sale da Cantagallo (in Toscana) o dal paese di Fossato, ma lo si consiglia ad escursionisti più esperti ed allenati.
I punti di ristoro più vicini sono a Baigno e a Bargi. Poco oltre, nella frazione di Barceda consiglio l'albergo- ristorante Cavicchi, che offre genuina cucina casalinga con salumi e carni di produzione propria.
Questo articolo è stato scritto per Viaggi, Luoghi e Profumi. La riproduzione, totale o parziale, è vietata e l'originale si trova solo su Viaggi, Luoghi e Profumi.
Bellissimo racconto. Grazie Wanda
RispondiEliminacara wanda io chiapporato l'ho conosciuto nel 2004 ,ci sono stato più di una volta ed è suggestivo e spero che rimarrà sempre così ,sono posti per pochi...
EliminaGrazie a te, Iris. L'apprezzamento dei lettori è importantissimo per me, perchè significa che ho saputo trasmettere qualcosa di vero.
RispondiElimina..ciao Wanda,sei riuscita a farmi tornare un leggero formicolio nelle membra che sono sempre alla ricerca di luoghi dai quali poter attingere ancora l'energia lasciata da chi li ha abitati.Spero presto di poter visitare questo luogo che solo persone come noi possono renderlo ancora vivo.
EliminaWhat a guide u are! Whish go there , maybe with u or another knowing the place. As usual ,so very nice to read what u telling in your induvidual style Wanda. :-)
RispondiEliminaU are a magic storyteller.
Christer, I would be glad to guide you there, if you come!
EliminaAdoro i tuoi racconti Wanda. Riesci a trasmettere la magia dei luoghi che descrivi... Hai la dote dell'osservatore attento unita a una scrittura precisa e piacevole... Brava. Davvero brava!
RispondiEliminaBettina, come anche tu sai per esperienza, il processo creativo e' un cammino spesso faticoso: si prende una materia informe e si tenta di plasmarla così che anche altri possano parteciparne. È' una strada quasi sempre solitaria, ma diventa una gioia quando -tramite ad esempio commenti come il tuo - si comprende che davvero si ha qualcosa da dire a qualcuno. Grazie.
EliminaSignora Wanda, lei dovrebbe scrivere un libro di racconti. Sarei la prima di una lunga lista di acquirenti. Meraviglioso anche il suo pensiero sul percorso creativo. Grazie
RispondiEliminaGentile Iris, la ringrazio per le belle parole! In realtà, ho in mente di scrivere un libro e spero di poterlo fare appena i "rumori" attuali della vita si saranno un po' placati.
EliminaHo visitato soltanto oggi questo borgo,dopo tanti anni che avevo la curiosità di farlo,ne sono rimasta affascinata e leggere la dolce descrizione che lei Wanda ha fatto, mi ha commosso.
RispondiEliminaComplimenti.
Grazie Anonimo (o Anonima?). Visitare Chiapporato è sempre un'emozione e in prossimità dell'inverno, lo è ancora di più. Speriamo che in un futuro non troppo lontano il borgo possa rivivere, come accaduto ad altri insediamenti simili. Buona giornata!
EliminaBellissima trasposizione di emozioni. Sono un appassionato di MountainBike e da tanti anni ho nel cassetto un tracciato da fare che arriva da Brasimone e dopo aver scavallato il crinale scende a Chiapporato per una via indicata come impervia e pericolosa. Non l'ho mai fatto. Probabilmente anni fà quando mi capitò di leggere la descrizione del tracciato c'era ancora qualcosa/qualcuno a Chiapporato. Me lo sono perso purtroppo. Grazie - Paolo
RispondiEliminaGraie a te Paolo, per il tuo commento, che dimostra come sia riuscita a trasmettere le emozioni che ho vissuto a Chiapporato. Anche se non ci vive più nessuno però, vale la pena di andarci: chissà che qualcuno non si innamori del borgo, riportandolo alla vita...
EliminaIn pittura negli anni 90 il sottoscritto marcello meucci a riportato alla luce l'altare maggiore di Fossato dove era deteriorato della chiesa di S.Lorenzo
RispondiEliminaIo avrei evitato di inserire le indicazioni per arrivarci.
RispondiEliminaQuel posto é appunto un museo a cielo aperto e rischia il soccombere a vandali e ladri di cimeli...
Signor Biagioli, lei crede davvero che i ladri di cimeli e vandali abbiano bisogno delle mie indicazioni ( che fra l'altro non sono le uniche ne' le prime) per arrivare a Chiapoorato? Io spero invece che fra la gente che viene a conoscenza del borgo, ci sia qualcuno di buona volontà che decide di recuperarlo.
EliminaIo quando vado a Chiapporato ho le stesse emozioni. Con la Zelia mi fermavo sempre a fare due chiacchiere, un giorno le ho chiesto di fare una foto con me,lei ha accettato (anche se non era contenta). sua figlia raramente la vedevo. Anch'io spero sempre che Chiapporato possa rivivere.
RispondiEliminaGrazie Irma, vedo che le emozioni descritte nel mio post sono condivise da molti !
EliminaIo sono innamorata di quel luogo non basterebbe un libro per dire tutto quello che vorrei dire su chiapporato.....vado spesso la e spesso faccio fatica a ritornare a casa.....poi ci torno ma per un po' di giorni mi rimane il magone e il pensiero fisso di quelle immagini pazzesche....spero che un giorno riuscirò a realizzare uno dei miei piccoli sogni nel cassetto....chiapporato sei sempre nei miei pensieri anche se a volte vederti mi riempie di angoscia e quasi paura.....se potessi abbandonerei tutto e verrei a farti io compagnia....ma la mia meta non la pensa come me.....fede
RispondiEliminaBuongiorno Wanda!
RispondiEliminaMolto bello il tuo racconto su Chiapporato. Suggestivo come questo posto. Io ci sono passato spesso durante i miei trekking estivi. Desidero condividere con te e con i tuoi lettori un PhotoProject che ho fatto quest'estate sullo stato di abbandono di Chiapporato. E' possibile visitarlo a questo link https://dtkphotographer.wordpress.com/abandoned-hamlet/. L'articolo è in inglese ma le immagini parlano da sole.
Grazie. Buona giornata.
Grazie per il tuo contributo!
EliminaNei luoghi dove per secoli . . . . .
RispondiEliminaregna alto
il silenzio dei boschi.
ci sono stato 15 anni fa e voglio ritornarci in questo periodo di Pasqua, non immaginavo che la figlia avesse abitato fino un anno fa.
RispondiEliminagrazie Wanda.
Grazie a te, Brando. In realtà, se vedi la data del mio articolo, Zelia ha vissuto lì fino alla primavera del 2014
EliminaGrazie, Wanda, per questo bellissimo diario di viaggio. I miei antenati Marchetti provenivano da queste frazioni - Chiapporato, Stagno, Barceda, ecc. - e spero di poter presto visitare - forse il prossimo anno!
RispondiEliminaSono io che ti ringrazio per il tuo commento e sono felice che tu abbia apprezzato quanto ho scritto.
EliminaSono Giovanni Gargini il figlio di Marchetti Margherita di Barceda, abbiamo dei parenti in comune?.
EliminaFammi sapere ciao-ciao...
lo spero vivamente!
EliminaBuonasera vorrei mettermi in contatto con te...sono Giovanni Gargini.
EliminaBuongiorno WANDA come faccio a mettermi in contatto con AMERICANINPRIS?
RispondiEliminaciao-ciao: grazie: Giovanni Gargini
Buongiorno Giovanni, non so come aiutarti, non lo conosco. Prova a lasciargli un messaggio qui, ma non è detto che lo legga.
EliminaGrazie per avermi risposto WANDA, e buona domenica, il tuo commento di Chiapporato è veramente intrigante...mia madre Margherita tanti anni fa aveva dei parenti che vi abitavano e vi si recava con suo padre durante il periodo della raccolta delle castagne per aiutarli...ciao-ciao: Giovanni Gargini.
RispondiEliminaWANDA ti sento molto vicina ai miei pensieri in merito a questa vicenda e ti ammiro per la tua commovente narrazione. Ora sono novantenne e devo limitare i miei spostamenti ma in passato ho seguito il lento declino di Campeda Nuova, collegata con una strada sterrata a senso unico a Molino del Pallone. All'inizio degli anni 80 la visitai perché incuriosito da un cartello con la scritta: "Strada per Campeda. Luogo dimenticato da Dio e dagli uomini". Incontrai soltanto due anziani che espressero la volontà di abbandonare presto il luogo. Ho poi ripreso
RispondiEliminale mie visite periodiche e con grande gioia ho constatato la ricostruzione che gradualmente ha consolidato presenze e strutture.
Purtroppo non potremo raccontare questa storia per Chiapporato. Un caro saluto e ancora complimenti.
Alberto Rizzoli