I profumi dei viaggi: una geografia dimenticata

Pubblicato il 10/13/2014


John William Waterhouse - Miranda. The tempest - 1926


Ogni luogo ha un odore e viaggiare significa anche scoprire nuovi sentori, sfuggendo l'assuefazione olfattiva data dall'abitudine all'ambiente in cui viviamo. 
Per i grandi viaggiatori del passato, era normale scambiarsi informazioni sugli odori e i profumi caratteristici dei luoghi visitati, tanto è vero che tali indicazioni venivano inserite anche nelle guide turistiche dell'epoca.

Più di ogni altro, Rudyard Kipling è quello che ha collezionato odori di viaggi nelle diverse regioni della terra, dedicando loro un libro intitolato "I profumi dei viaggi" (titolo italiano) .

Procedendo da nord a sud nel suo itinerario in America settentrionale, annota l'odore polare (che sa di etere) quello della banchisa ( che sa di aria ozonizzata) delle distese innevate del Labrador (che sanno di ghiaccio e di mare) e, scendendo verso il Canada, l'aroma di foreste e conifere. 

Più a sud negli USA, descrive il sentore complesso di legno marcio, cavalli, vecchie pelli e tabacco, fino all'odore pungente delle euforbie, di capre e di salvia delle pianure.

Kipling estende dettagliatamente la sua mappa olfattiva anche alle altre regioni del mondo visitate, dimostrando l'importanza attribuita all'odorato (e anche alle musiche naturali di boschi e fiumi) per l'esperienza conoscitiva totale di un paese. 


Fioritura in Alpeggio


Questo sofisticato modo di viaggiare oggi è ormai dimenticato.
E' vero, ogni tanto si sente parlare di "viaggi sensoriali" , nei quali però si offrono esperienze coinvolgenti per lo più la vista e il gusto, con vaghi accenni a non meglio identificati "profumi" che farebbero parte del pacchetto. 

Così facendo però, si dimentica il grande potere evocativo costituito dal'impronta olfattiva dei luoghi e si perde anche un furbo strumento di marketing, già utilizzato nel 970 d.C. dagli incaricati d'affari dell'imperatore, che avevano scoperto come, in tempo di crisi, le loro sete si vendessero di più se venivano profumate.

Oggi si chiama "Sell with Smell" ed è una tecnica di vendita che, arrivata dagli USA, si sta sviluppando anche in Europa per indurci ad acquistare merci e servizi diversi.

Ad esempio, le inodori fragole coltivate in serra, vengono cosparse di aroma artificiale di fragola per renderle più appetibili. ; oppure, al succo di frutta a base di pera, viene aggiunta una certa quantità di zucchero che, nei recettori olfattivi retronasali, in comunicazione diretta con quelli gustativisi trasformano in profumo di pera.

Nei grandi magazzini, si diffondono aromi tramite l'impianto di climatizzazione per invogliare i clienti all'acquisto.

Quanti territori potrebbero valorizzare i loro tesori olfattivi autentici per attrarre visitatori?
Per ora lo sta facendo solo la Francia, promuovendo la zona di Grasse, notoriamente vocata alla coltivazione di essenze per la profumeria.

Invece, partecipando negli ultimi giorni al TTG Incontri di Rimini, importante fiera dedicata al trade del turismo, sono rimasta sorpresa nel vedere come certi enti di promozione e operatori del settore, trascurino o addirittura ignorino l'enorme potenziale attrattivo dei profumi/odori  legati al loro territorio.

Le eccezioni? Una volta tanto, l'Italia (forse senza saperlo...) si è dimostrata all'avanguardia, con il colorato stand di Venzone, paese del Friuli Venezia Giulia che si presenta come "Il paese della Lavanda".

Con il progetto "In viaggio con la lavanda di Venzone" varato da un'associazione privata e al quale hanno aderito anche altri comuni produttori, si offrono al visitatore una serie di  iniziative che in tutto l'arco dell'anno, sviluppano un programma sinergico di eventi legati alla raccolta e lavorazione della Lavanda, con ricadute nell'indotto come ospitalità e gastronomia.


Stand Lavanda di Venzone: dettaglio


Lo stand, colorato e posizionato immediatamente vicino ad uno degli ingressi principali,  comunicava un invito al viaggio  efficace perchè sensorialmente basato (mai sentito parlare di PNL?) grazie all'esposizione di fragranti piante di lavanda e derivati. 

Ricco il materiale informativo sui prossimi eventi, fra cui  la "Festa di Natale" presso il Palazzo della Lavanda, a mio avviso ottima alternativa ai noiosissimi e ormai inflazionati "mercatini natalizi".

Nei due stand di Oman e Abu Dhabi, paesi nei quali la cultura del profumo fa parte tuttora della storia e dell'identità nazionale, ho visto invece utilizzare i profumi tipici (anche se solo come "gadget") sotto forma di un piccolo bruciatore d'incenso, o di alcune boccette di "attar" (oli profumati) sistemate in una parete laterale poco visibile.

E' bastato però che io chiedessi di poter sentire gli attar di Abu Dhabi, perchè subito si fermassero altri visitatori, attirati dalle fragranze sprigionate nell'aria.





A cosa si deve il grande potere degli odori ? L'olfatto è l'unico fra i sensi a non venire mediato dalla razionalità. 

I recettori olfattivi situati nel naso e nella zona retronasale, inviano i loro segnali direttamente al sistema limbico (ossia la parte più primitiva del cervello) senza venire mediati dalla corteccia cerebrale, come accade per gli altri sensi.

Per questo, un profumo legato a un momento o a un luogo ci proietta immediatamente nel periodo o nella situazione che evoca. Se gradevole, un odore può infondere rilassamento ed euforia; se repellente, ci mette invece a disagio.

Inoltre, l'olfatto è ineludibile: ci si può sottrarre a un odore solo tappando le narici, il che significa interrompere il respiro, ossia la comunicazione con la vita stessa e col mondo.

Dite che si può respirare col naso? Forse per un po' lo si può fare, come quando abbiamo il raffreddore. Ma, in questo caso, avrete notato come  l'assenza di olfatto annulli anche la facoltà di percepire i diversi sapori.

Profumi e aromi solo come elementi "di contorno" di un viaggio ? Non è così. Sulla "Via del Frankincenso"  omanita, riconosciuta Patrimonio Unesco dell'Umanità, si è sviluppata nell'antichità un'importante via di scambio che dalle coste del Dhofar è arrivata negli angoli più remoti del mondo allora conosciuto.

Lo stesso è avvenuto sulle numerose  "Vie delle Spezie". Insieme all'incenso e alle spezie profumate, i mercanti portavano la cultura dei paesi di origine, a loro volta traendo nuove stimoli e conoscenze dalle altrui culture.


Così, lungo queste vie sono fiorite civiltà raffinatissime anche dal punto di vista architettonico ed etnografico, le cui testimonianze costituiscono un richiamo culturale e turistico di prim'ordine.

Antiochia, Palmira, Petra, Babilonia, Ecbatana, Samarcanda, Bukhara, Kashgar, Khotan, Tun-Luang: sono solo alcune delle leggendarie città carovaniere sparse lungo i percorsi mercantili del continente euroasiatico.

Sulle orme dei mercanti di essenze, hanno viaggiato e viaggiano ancora i piu' noti profumieri, alla ricerca di materie prime : non solo fiori, ma anche legni rari, radici e frutti esotici. 

Altri hanno tratto l'ispirazione proprio dai loro viaggi, componendo fragranze che evocassero  il fascino dei luoghi, tanto che si potrebbe fare un ideale "giro del mondo" guidato solo dai profumi: l'Air du Desert Marocain, Mojhave Ghost, Finisterre, Fidji...sono solo alcune fra le opere di moderni alchimisti, che hanno infuso lo spirito di terre lontane in una boccetta.

Restando vicino a noi, penso a Venezia che, nel Rinascimento, deteneva insieme a Firenze il primato nel commercio e nella produzione delle essenze in Europa, prima che la Francia ne carpisse i segreti dai profumieri al seguito di Caterina de' Medici.

Le testimonianze di questo glorioso passato, ricco di riferimenti storici e artistici, si possono vedere presso il nuovo Museo del Profumo,  recentemente inaugurato in un alcune sale di Palazzo Mocenigo, nella città  laguna lagunare.




A Firenze invece, una visita all'Antica Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella  permette di immergersi in un mondo di centenarie ricette profumate, ma anche di capolavori architettonici e pittorici visibili nelle sale dell'antico convento domenicano risalente al 1300, in cui il negozio/museo ha tuttora la sua sede.

Chi preferisce il contatto con la natura, può scegliere la magnifica fioritura delle orchidee nel Parco del Cilento, o quella dei narcisi nel nord Italia, nel bellunese e  in provincia di Biella.

Penso anche al bergamotto di Calabria, tuttora il più ricercato dai "nasi" creatori di profumi; ai Limoni di Siracusa o ai lavandeti,  disseminati non solo in Friuli Venezia Giulia, ma in molte altre regioni d'Italia. 

D'autunno ci pensano i funghi e i tartufi, i mosti ribollenti  e il sentore dorato del sottobosco a ricordarci che siamo circondati da isole di fragranza : basta solo accorgersene per goderne.


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1 commento

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