Luoghi segreti d'Appennino: Stagno e l'Arcangelo dei Longobardi

Pubblicato il 9/22/2015


Arrivando qui, non si direbbe che questo pugno di case sia stato per secoli al centro di lotte sanguinose.
La posizione strategica, incuneata al confine fra Toscana ed Emilia, fece infatti di Stagno l'oggetto di feroci contese fra longobardi, pistoiesi e bolognesi.

Che il suo nucleo più antico fosse cinto dalle mura, ora distrutte, di un castello, lo si capisce dalla struttura dell'abitato : case strette, addossate una all'altra, che si affacciano su vicoli angusti.
Fino alla prima metà del '900, qui si arrivava solo a piedi. Anche adesso, la provinciale sale da Camugnano, ma non entra in paese. 



Bisogna lasciare l'auto sul bordo della strada o, con un po' di fortuna, nel piccolo spiazzo dominato dal campanile della chiesa, da dove parte l'accesso al borgo, unico ingresso un tempo difeso da un cassero con torre.

Dal belvedere di fianco, lo sguardo vola sul panorama, catturato dall'azzurro del lago di Suviana.
Anche questo, come il vicino Brasimone, è un bacino artificiale, ma da questa altezza sembra ben integrato col paesaggio circostante, aggiungendovi profondità e colore.

Anzi, par proprio che San Michele, patrono della chiesa, svetti sulla vallata col piglio aereo che gli appartiene.





I Longobardi erano arrivati qui dal pistoiese a partire dal VI-VII secolo, portando con sè il culto per l'Arcangelo come in tutti i loro territori.

Nel 1098, su queste terre governava Umberto da Stagno, vassallo di Matilde di Canossa
La casata longobarda degli Stagnensi si barcamenò fra le diatribe fra bolognesi e pistoiesi fino al 1306, quando i potenti Conti di Panico si impadronirono del castello di Stagno. 

Contese territoriali e occupazioni tuttavia non cessarono fino al 1522, quando Stagno tornò definitivamente sotto il regime comunale nella provincia di Bologna.








Seguendo i viottoli erbosi del borgo, si fa presto a percorrere il grappolo di case arroccate sul pendìo.

Gran parte dei tetti è ancora in lastre in arenaria; portici, finestre e portali, insieme con la curiosa doppia scala di ingresso alla chiesa (una centrale per le donne e la laterale per gli uomini), formano un tipico esempio di architettura appenninica.

Stagno è una delle frazioni meno popolate del comune di Camugnano e, specie d'autunno, è facile camminarvi senza incontrare nessuno.





Anche qui, regna quello speciale silenzio che ho incontrato nella maggior parte dei borghi montani di queste zone, rotto solo dal grido dei rapaci in volo. 

D'inverno, il solo segno della presenza umana è l'odore della legna che sfugge dai camini.
Fra i vicoli soffia il vento di tramontana, che sembra porti con sé voci antiche, insieme all'eco delle antiche battaglie...

Come arrivare a Stagno e cosa vedere nei dintorni

Dall'autostrada A1, è consigliata l'uscita al casello di Pian Del Voglio, da dove si prosegue per Castiglione dei Pepoli, quindi in direzione del Bacino di Suviana fino a BargiDi qui, si prende la deviazione per Stagno.
Altrimenti, si può raggiungere anche dalla SS 61 "Porrettana" passando per Camugnano.

Proseguendo da Stagno sulla provinciale, dopo qualche curva sulla destra appare l'indicazione per Chiapporato, suggestivo  borgo fantasma raggiungibile solo a piedi.

E' una bellissima escursione da farsi specialmente in autunno, su un sentiero immerso nei profumi e nei colori del castagneto.
Io ci sono stata e, se volete saperne di più, questo è il link al mio post 
http://www.viaggieprofumi.it/2014/10/-chiapporato-borgo-fantasma.html

Per consultare invece il calendario delle numerose manifestazioni culturali e gastronomiche del territorio ( è il momento dei funghi e dei tartufi!) ecco il sito ufficiale  del Comune di Camugnano 
http://www.comunecamugnano.gov.it

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2 commenti

  1. Per la precisione la strada è arrivata a Stagno nella prima metà degli anni'60.

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    1. Gentile signor Nesi, io avevo trovato invece su siti ufficiali la notizia relativa all'arrivo della strada nel 1972. La ringrazio per la sua segnalazione, farò gli opportuni controlli e sarò eventualmente lieta di correggere quanto indicato nel mio testo.

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