Nel profumo di lillà, l'eco di primavere lontane

Pubblicato il 11/24/2015



Sono rannicchiata sul divano, con gatto e piumone sulle gambe (non necessariamente in quest'ordine...) 
Fuori, il vento dei giorni scorsi ha spogliato gli alberi anche delle ultime foglie autunnali. 
Eppure, sono immersa in un pomeriggio di primavera, grazie a un vecchio profumo di lillà,  trovato da un amico collezionista.

Mai come in questo caso un odore mi fa viaggiare, non solo in una stagione, ma soprattutto in un luogo del tempo.
Ora non va più tanto di moda, ma una volta in ogni giardino vi era almeno un arbusto di lillà. I suoi piccoli fiori, riuniti in pannocchie, riempivano l'aria di una soave, romantica fragranza.




Anche nell'orto-giardino della nonna Vittoria c'era un lillà, appoggiato alla recinzione, fra il pollaio e l'albero di ciliegio con l'altalena. Ogni anno fioriva, la con semplicità e la discrezione di chi non ha bisogno di molto per vivere.

Quel delicato sentore, annunciava l'arrivo dell'estate e sembrava sussurrarmi che tutto andava bene, che ogni cosa era al suo posto, in una realtà luminosa e serena.

Per me, il suo profumo sarà sempre legato a quelle lunghe giornate di giochi solitari e di fantasie, quando la vita che mi aspettava era intessuta di sogni e speranze, allora apparentemente inesauribili.




Molto tempo è passato da quei giorni lievi  e la gran parte del tempo che mi spetta e' ormai alle mie spalle. Ancora adesso però,  quando vedo un lillà fiorire tenace fra i ruderi di una cascina, non so resistere all'impulso di piegarne un ramo per sentire il suo profumo gentile.

Come sto facendo adesso: chiudo gli occhi, sul polso ne inspiro la nota leggera e mi par di avvertire l'eco lontana di quell'innocenza...

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