Sul terrazzo, piantando fiori e curando me stessa

Pubblicato il 3/29/2016




Dopo tanti anni, ho di nuovo un terrazzo come piace a me. Sufficientemente ampio da essere una stanza in più nella bella stagione, ma non così grande da renderne faticosa la cura.
Più di tutto, mi mancava la possibilità di creare un piccolo giardino, con fiori e piante da veder crescere e da salutare al ritorno dai miei viaggi.


Appena dopo l'ultimo plenilunio quindi, approfittando della buona fase lunare, ho preso una giornata di libertà per iniziare i lavori di trapianto.

Già settimane fa però, mentre zappettavo preparando il terreno, mi ero accorta che fare giardinaggio è anche una metafora di quanto accade nella vita.
Sostituire il terreno esausto e contaminato da scarti e parassiti, simboleggia l'eliminazione di quanto ha ormai esaurito il suo ruolo, per dare spazio e nutrimento ai germogli di una nuova esistenza.

La messa a dimora delle piante, rappresenta invece i progetti e i sogni che si svilupperanno di qui a qualche mese,  nella fase successiva dei processi di trasformazione che sempre si susseguono.

Immergere le mani nel terreno scuro, inalandone il sensuale odore di muschio e sottobosco, è il corollario sensoriale dell'esperienza, che giungerà a compimento con lo sprigionarsi del profumo dei fiori.
Quest'ultimo si potrebbe definire il "corpo sottile", emanato al culmine del processo creativo, che di lì a poco darà i suoi frutti, ma inizierà anche la discesa verso una morte solo apparente.

C'è qualcosa di profondamente confortante nel coltivare le piante: qualcosa che rassicura circa la propria connessione al ciclo cosmico dell'esistenza.


Che prendersi cura della terra fosse curativo anche per se stessi, non l'ho certo scoperto io : in Italia più recentemente, ma da tempo in altri paesi, specie anglosassoni, il giardinaggio e l'orticoltura sono ormai noti strumenti terapeutici, usati nel trattamento della depressione, ma anche di disabilità e problemi più seri, come l'autismo.

Secondo l'Organizzazione Mondale della Sanità "un healing garden è uno spazio esterno ( e talvolta un'area verde interna) appositamente progettato per promuovere e migliorare il la salute e il benessere delle persone, dove per salute si intende uno stato di complessivo benessere fisico, mentale e sociale e non solo assenza di malattia o di infermità".

I benefici possono derivare da un'esperienza passiva come la semplice osservazione o la permanenza nello spazio di vegetazione, ma anche da un coinvolgimento attivo come il giardinaggio e la terapia riabilitativa vera e propria.

Il mio giardino terapeutico


Nel mio spazio, ho sentito il bisogno di circondarmi solo di fiori bianchi, con l'eccezione del Calicanto color del miele.
Forse perchè, per scrivere simbolicamente nuovi capitoli di vita, niente è meglio del bianco, che tutto accoglie e illumina.
  
Naturalmente, ho scelto solo piante e fiori profumati, il cui sentore intenso possa raggiungere anche il cuore  della casa.

Per prime, nella fioriera lunga che guarda la campagna, ho messo a dimora le rose, scelte fra quelle più rustiche e profumate. 
Poi sarà il turno dei gerani odorosi e di qualche vasetto di Plectantrus, la cosidetta "Pianta dell'incenso", sistemati sui davanzali delle finestre interne, per tener fuori  le zanzare.

Più avanti, con l'autunno arriveranno gli arbusti di Calycantus e di Sarcococca, per riempire di note fragranti i mesi invernali, in attesa delle successive fioriture di primavera ed estate.

Così, curando il mio giardino, dagli sconvolgimenti dell'ultimo anno, dal caos e dal disfacimento di vecchie strutture, germoglieranno nuove  forme e pensieri.

Questo articolo è stato scritto da Wanda Benati per Viaggi, Luoghi e Profumi.
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4 commenti

  1. Che meraviglia ... sembra quasi di essere li. Grazie Wanda per aver condiviso i suoi spazi.

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    1. Grazie a lei, Iris perchè mi segue così fedelmente!

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  2. Un post bellissimo, molto poetico! :)

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    1. Grazie! Ma penso che lei sia troppo buono: volevo solo comunicare qualcosa che ho vissuto. Buona serata

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